© Francesca Frigerio
Il "diritto di accesso" ed il "diritto di informazione" dei consiglieri comunali in ordine agli atti in possesso dell'Amministrazione comunale trovano la loro disciplina specifica nell’art.43 del decreto legislativo n.267/00 il quale riconosce il diritto di ottenere dagli uffici del comune, nonché dalle proprie aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all'espletamento del proprio mandato. Il Consiglio di Stato, con la sentenza n.4525 del 5 settembre 2014, ha affermato che, secondo un consolidato indirizzo giurisprudenziale (Cons. Stato, Sez. V, 17 settembre 2010, n.6963; 9 ottobre 2007, n.5264), i consiglieri comunali hanno un NON CONDIZIONATO diritto di accesso a tutti gli atti che possano essere d'utilità all'espletamento delle loro funzioni, ciò anche al fine di permettere di valutare - con piena cognizione - la correttezza e l'efficacia dell'operato dell'Amministrazione, nonché per esprimere un voto consapevole sulle questioni di competenza del Consiglio e per promuovere, anche nell'ambito del Consiglio stesso, le iniziative che spettano ai singoli rappresentanti del corpo elettorale locale.
Ad oggi, purtroppo, abbiamo riscontrato reticenza in più occasioni. Pertanto abbiamo segnalato la questione sia al Segretario Comunale che al Prefetto affinché ci aiutassero a svolgere in maniera adeguata le nostre funzioni.






L'interrogazione è un atto ispettivo tendente ad accertare la legittimità e la correttezza dell’operato dell’Amministrazione, o di controllo finalizzato ad ottenere una risposta chiara e inequivocabile ad una domanda formulata in modo altrettanto puntuale. Per interrogazione s’intende la domanda rivolta dal Consigliere al Sindaco o all’Assessore delegato dallo stesso (che si identifica, di regola, nell’assessore preposto al ramo interessato dall’istanza di sindacato ispettivo), per ottenere informazioni circa la sussistenza o la verità di un determinato fatto, o in ordine ai motivi ed ai criteri in base ai quali ci si prefigge di operare in merito al raggiungimento di taluni obbiettivi, ovvero se il Sindaco o la Giunta abbiano preso o stiano per prendere una decisione su oggetti determinati. 
L’interpellanza ha. invece, carattere preventivo perché non riguarda l’attività svolta, ma mira a conoscere preventivamente le intenzioni dell’amministrazione, oppure i motivi alla base delle scelte da adottare o già adottate, con l’eventuale analisi critica di tali scelte.
Ad oggi, purtroppo, abbiamo rilevato che le procedure relative alle interrogazioni e alle interrogazioni urgenti non vengono seguite in maniera corretta. Pertanto abbiamo segnalato la questione sia al Segretario Comunale che al Prefetto affinché ci aiutassero a svolgere in maniera adeguata le nostre funzioni.









 La mozione (art. 43, comma 1, del D.lgs. 267/2000), è un'istanza presentata da uno o più consiglieri comunali al fine di addivenire a una deliberazione del Consiglio in merito ad un oggetto attribuito alla propria competenza. 
Ad oggi non abbiamo presentato alcuna mozione, ma ne abbiamo allo studio alcune che sottoporremo a breve.
 Costituiscono emendamenti le correzioni di forma, le modificazioni, integrazioni e parziali sostituzioni del testo della proposta di deliberazione. Gli emendamenti sono presentati, in forma scritta, al Presidente del Consiglio, nei due giorni precedenti quello dell'adunanza.
Purtroppo, non abbiamo mai avuto a disposizione i testi sottoposti al Consiglio Comunale con tempistiche adeguate a permetterci di fare emendamenti. Abbiamo però fatto delle proposte correttive con richiesta di messa a verbale integrale (vedasi la sezione Consigli Comunali) e ci riserviamo di informare il Prefetto in merito se tale modus operandi dovesse continuare.



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